L’App
di Luca Aristide Brugnoli
Andrea
e io siamo al bar della spiaggia. Ci annoiamo.
Suona
il mio cellulare.
“È
tutta la settimana che questo numero privato mi chiama” dico.
“Non
puoi neanche metterlo come indesiderato.”
“Infatti.”
“Rispondi!”
“Ora
lo faccio. Pronto?”
“Ciao”
dice una voce “sei Carlo?”
“Sì,
chi sei?”
“Scarica
la nostra app” il mio cellulare emette il suono di messaggio ricevuto.
“Ma
chi sei?”
“Ti
sarà di grande aiuto” e si chiude la comunicazione.
“Cos’ha
detto?”
“Aspetta”
premo il link e scarico l’app. La curiosità è troppa. Si apre una schermata.
‘Benvenuto,
siamo qui per aiutarti. Chiedi qualsiasi cosa e l’avrai.’
“Ma
che cagata è?” mi chiedo.
“Cos’è?”
chiede Andrea.
“Aspetta,
non rompere! Ho trovato! Voglio che Andrea stia zitto.”
‘Fatto’
risponde l’app. Guardo Andrea, è immobile, con gli occhi fissi nel vuoto.
Mi
ha sentito e fa lo scemo come al solito.
“Ora
voglio… che qualche ragazza venga da noi.”
‘Fatto’
e arrivano un sacco di ragazze che vogliono parlare e fare il bagno con noi.
“Funziona!”
dico incredulo.
Andrea
non reagisce.
“Smettila
di fare il cretino” gli dico.
“Adesso
una cosa difficile, voglio… essere alle Maldive con le ragazze!”
‘Fatto’
e mi ritrovo su una spiaggia bianca con sabbia finissima, l’acqua è cristallina
e le ragazze fanno il bagno.
“Figo!”
dico.
Poco
lontano c’è un chioschetto bar.
Sono
frastornato, mi accorgo di non avere più il cellulare in mano. Poco importa.
Mi
avvicino al chiosco.
“Ciao”
dice il barista.
“Ciao,
ma come sono capitato qui?”
“Non
lo so” dice “magari hai espresso un desiderio…”
“Sì,
è così, ero al bar della spiaggia e poi… non so cosa sia successo.”
“Bello
eh? Ma ogni cosa ha il suo prezzo” detto questo il paesaggio si trasforma, la
sabbia diventa roccia, il mare fuoco e il barista qualcuno che ho già visto da
qualche parte.
Fa
caldo come alle Maldive ma…
Due
esseri terrificanti mi prendono per le braccia e mi portano chissà dove.
Urlo
e chiamo aiuto.
Il
barista ride, ride sino a scoppiare.
Sento
solo che dice “Oggi è più facile così, altro che peccati!”